La Politica e la Resistenza

Attività politica

Antonicelli, dopo la frequenza da studente, insegna italiano nel 1926-1927 al liceo D'Azeglio, dove entra in contatto con Augusto Monti e il gruppo riunito intorno a lui, chiamato "collettivo spirituale e morale", impegnato a costruire l'"Altra Italia" di cui fanno parte Norberto Bobbio, Massimo Mila, Cesare Pavese, Leone Ginzburg. Il gruppo si ritrova nella Villa di Sordevolo del suocero, il notaio Annibale Germano, sulle colline biellesi, ogni estate, allargandosi ai maggiori intellettuali democratici contemporanei. Il 31 maggio 1929 Antonicelli viene arrestato e ammonito a causa della sottocrizione ad una lettera di sostegno a Benedetto Croce, attaccato da Mussolini per avere criticato i Patti lateranensi.

Ostacolato nell'insegnamento nelle scuole pubbliche a causa dei precedenti politici, Antonicelli svolge il ruolo di precettore di Giovanni Agnelli.

Il 15 maggio 1935 Antonicelli viene arrestato di nuovo, insieme ai compagni, durante l'operazione di smantellamento del movimento clandestino antifascista "Giustizia e Libertà" e viene condannato a tre anni di confino, ridotti a uno, scontato ad Agropoli.

Antonicelli, se pur vicino al Movimento poi confluito nel Partito d'azione, assume il pensiero liberale e il filosofo della politica Benedetto Croce diviene il punto di riferimento politico. Il suo antifascismo si esprime attraverso la partecipazione attiva nella Resistenza. S'impegna con i liberali del Comitato Interpartiti di Torino, poi si trasferisce a Roma, lavora al giornale "Risorgimento liberale", ma il 6 novembre 1943 viene nuovamente arrestato. Scarcerato nell'aprile 1944 rientra a Torino per rappresentare il Partito liberale all'interno del Cln piemontese e infine, alla vigilia dell'insurrezione, gli viene così affidata la presidenza.

Dopo la Liberazione, Antonicelli dirige il quotidiano liberale "L'Opinione" per cui aveva lavorato dal 1944 al 1945 per l'edizione clandestina. Lascia la direzione nel 1946, esce dal Pli a causa delle posizioni ostili al Cln del partito filomonarchico.

Fra i candidati della Concentrazione democratica repubblicana di Parri e La Malfa alle elezioni del 2 giugno 1946, Antonicelli aderisce al Pri, ma si allontana dal partito in seguito alle elezioni del 18 aprile 1948.

Nel 1953, prende parte alla battaglia contro la "legge truffa", militando nelle file di Alleanza democratica nazionale, guidata da Epicarmo Corbino.

Antonicelli nel 1945 fonda a Torino l'Unione culturale; nel 1947 è tra i fondatori dell'Istituto piemontese per la Resistenza e ne assume la presidenza; entra nel consiglio direttivo del Museo del Risorgimento.

Nel 1960 sempre a Torino fonda e presiede il Circolo della Resistenza dove organizza e promuove la Rassegna Trent'anni di storia italiana, 1915-1945 con interventi dei maggiori protagonisti dell'antifascismo e della Resistenza.

Si espone a Bologna, il 25 luglio 1960, a sostegno della protesta contro il governo Tambroni, e per questo discorso viene condannato nel 1964 per apologia di reato a 8 mesi di reclusione con la condizionale, ottenendo però l'assoluzione l'anno successivo.

Nel 1961 è tra i fondatori del Centro studi Piero Gobetti, importante punto di riferimento nel liberalismo di Antonicelli.

Eletto al Senato come indipendente nelle liste Pci-Psiup alle elezioni del 1968 e a quelle del 1972, entra a fare parte delle commissioni parlamentari Pubblica istruzione, Vigilanza Rai e Difesa.

Antonicelli e Parri "Presi un treno e andai a Sordevolo, nel Biellese, in una casa di campagna. Era cominciata un'altra epoca per la vita di tutti, e quindi anche per la mia. Era necessario entrare nella nuova guerra che si apriva. Mi consultai con alcuni amici e all'alba del 12 partimmo per Roma dove avevamo saputo che si combatteva".

Antonicelli, presidente del Cln del Piemonte con Ferruccio Parri, uno dei capi storici della Resistenza, in piazza Vittorio Veneto a Torino il 6 maggio 1945