Il progetto archivistico

Nel gennaio 2013, Carlotta Cernigliaro, fondatrice e responsabile del Parco Letterario Franco Antonicelli di Sordevolo, ci mostrò per la prima volta i documenti da lei conservati per conto di Patrizia Antonicelli all'interno della dimora storica.

Fu subito chiaro che ci si trovava di fronte a documenti di grande valore, piccola testimonianza di quella grande avventura che fu la vita di Franco Antonicelli.

Il quarantesimo anniversario della morte di Antonicelli. sarebbe caduto nel novembre 2014. Questo innescò una serie di ricerche sulle restanti parti dell'archivio antonicelliano.
Le ricerche permisero di individuare sei fondi principali, componenti l'archivio personale, sparsi in tutta Italia tra Lombardia, Piemonte, Toscana e Marche.
L'ampio spettro delle attività culturali e politiche di questa personalità ha poi lasciato tracce in altri archivi o fondi di persone sue corrispondenti per motivi di studio o lavoro. Un reticolo fitto ed esteso, ben delineato e perfettamente consonante con i contenuti dell'archivio personale.

La disseminazione così marcata della carte, se inizialmente fu un ostacolo alla progettazione di qualsiasi intervento di valorizzazione, divenne subito il punto di forza di un progetto tanto innovativo quanto ambizioso. Si propose a tutti i soggetti conservatori di realizzare per la prima volta dopo 40 anni, un inventario virtuale dell'archivio personale, come se esso non fosse mai stato smembrato.

L'idea di base era quella di condividere tra tutti quanti:

  • la medesima struttura dell'archivio;
  • una serie di norme comuni di compilazione delle descrizioni archivistiche.

La vera sfida fu pensare ad una inventariazione ex novo dei fondi. In considerazione della impossibilità di ricostruire l'ordine originario delle carte. Su alcuni fondi erano intervenuti infatti riordini o rimaneggiamenti parziali e non omogenei, era necessario sviluppare un nuovo approccio.

La proposta di un inventario virtuale fu accolta positivamente dai diversi enti conservatori. Questo strumento avrebbe permesso di intraprendere azioni comuni di valorizzazione delle carte e della figura di F.A. e di dedicare grande attenzione agli studiosi, che avrebbero potuto accedere alle descrizioni dei materiali secondo la loro tipologia e contenuto per di essere poi indirizzati secondo i casi ai diversi enti conservatori.

La tappa fondamentale fu la decisione dell'Unione Culturale Franco Antonicelli di Torino, guidata allora dal Presidente Gianfranco Ragona, di finanziare il progetto complessivo di valorizzazione, facendolo proprio e inserendolo tra le proprie attività istituzionali.

Il primo fondo a essere riordinato fu quello conservato a Sordevolo, presso la sede del Parco Letterario (15 bb. ca.). Si trattava di documenti mai mostrati prima, e come risultò, per lo più inediti.

Il secondo fondo, ben più grande per dimensioni, fu quello conservato a Pavia presso il Centro Manoscritti (46 bb.). Le carte lì conservate erano si riferivano alla quasi totalità delle attività, degli interessi e dei lavori svolti da Antonicelli nel corso della vita. Questa varietà ha consentito di creare una struttura d'archivio praticamente completa, che si è dimostrata una base efficace per l'impostazione dei lavori di riordino dei materiali degli altri fondi.

Di due piccoli fondi conservati presso il Gabinetto Vieusseux di Firenze e il Centro Calamandrei di Jesi, è stato possibile acquisire quasi subito le descrizioni delle unità archivistiche.

Rimangono attualmente fuori da questo inventario gli ultimi due importanti fondi:

  • Il fondo Antonicelli presso il Centro Studi Piero Gobetti, che è in corso di inventariazione
  • Il fondo Antonicelli presso la Biblioteca Labronica di Livorno. Si tratta di un fondo molto esteso, 90 bb. ca., per il quale è allo studio un possibile intervento.

Note tecniche

A livello locale, per rispettare la specificità di ogni ente conservatore, si è deciso di operare con i software per archivi già in uso presso le singole strutture ma di estrarre e riversare gli stessi dati inventariali su xDams, un altro strumento di descrizione archivistica, in modo tale da garantire l'omogeneità avendo di fatto tutti la medesima struttura d'archivio.
Il riversamento in xDams è stato effettuato manualmente dagli archivisti responsabili dell'inventario virtuale al termine di ogni riordino.

La struttura in xDams si articola in serie, sottoserie e partizioni, con una particolarità: in una stessa serie/sottoserie/partizione si possono trovare Unità Archivistiche singole o semplici e Unità Archivistiche complesse, composte da un fascicolo virtuale e sottofascicoli fisici, di fatto le Unità Archivistiche dei diversi fondi.

Il fascicolo virtuale raggruppa tutti i sottofascicoli fisici / UA relativi ad un determinato argomento, uno per ogni fondo/ente conservatore.
Le UA contengono i dati inventariali analitici, in particolar modo la descrizione del contenuto, le date estreme, la segnatura e la collocazione del fascicolo d'archivio.
Il fascicolo virtuale invece, si compone delle seguenti informazioni: titolo del fascicolo (sintesi degli esistenti), consistenza (se segnalata), estremi cronologici.
Il fascicolo virtuale è lo strumento studiato per consentire la riaggregazione dei documenti, come se non fossero mai stati smembrati.

Per realizzare il progetto si è seguito il modello di pubblicazione dei dati dell'Archivio Storico ANCI. Sono state installate due istanze di xDams, una di lavoro e una per la pubblicazione. Su quest'ultima si è modificato il codice per consentire l'autologin in versione consultatore (soluzione e codice da progetto ANCI).

Sul sito si è poi replicata la mappa dell'archivio, con link diretti alle singole sezioni o serie dell'istanza pubblica di xDams. La pagina è stata poi arricchita di link relativi agli enti conservatori dei singoli fondi e ad ulteriori enti conservatori d'archivi che testimoniano l'ampio spettro delle attività culturali e politiche di Antonicelli, un reticolo fitto ed esteso, ben delineato e perfettamente consonante con i contenuti dell'archivio personale.